20 agosto 2009

Cent'anni di solitudine, Gabriel Garcìa Màrquez


Ci sono libri che creano dipendenza. Non puoi fare a meno di rileggerli periodicamente.
Non hai il coraggio di prestarli a nessuno, per timore che ti vengano a mancare quando più li desideri.

Uno di questi, per me, è Cent'anni di solitudine, libro che valse al suo autore il premio nobel per la letteratura.

Racconta il folklore sudamericano attraverso la storia del villaggio di Macondo e della famiglia Buendìa, con ironia e in modo volutamente un po' naïf.
Isolati dal resto del mondo, gli abitanti di Macondo ne osservano i miracolosi progressi da lontano, reinterpretandoli con l'ingenuità di chi non ha mai conosciuto altra realtà all'infuori del proprio villaggio e delle relative incrollabili credenze.

Ecco l'incipit:
"Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti casi di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome e per citarle bisognava indicarle col dito."

6 commenti:

  1. Questo libro è proprio bello e lo conservo gelosamente nella mia collezione, a presto!

    RispondiElimina
  2. con la lettura di"Cent'anni di solitudine" ho apprezzato tanto l'autore da desiderare che non finisse mai....è un immersione coinvolgente nei diversi e interessanti personaggi e nella fantasia piacevole per la mia mente e il mio essere da lasciarmi orfana doppiamente al termine di un libro!

    RispondiElimina
  3. ...uno dei più bei libri mai (da me) letti...
    In controluce, quasi con pudore, c'è tutta la tristezza della Storia...
    Ciao :-)

    RispondiElimina
  4. Grazie a tutti! È davvero uno dei libri a cui sono più affezionata! Come ha detto l'anonimo del commento 2, desideravo non finisse mai... e infatti l'ho ricominciato da capo subito dopo l'ultima pagina!
    Ho letto altro di Garcia Marquez, ma mai niente che mi abbia colpito a tal punto.
    È vero giam, questo libro è un po' una metafora, vista da una prospettiva speciale, della storia del mondo...

    RispondiElimina
  5. anch'io l'ho letto...due anni fa..e ogni anno lo rileggo..perchè è come hai detto tu un libro che nn si puo fare a meno di leggere e rileggere
    contiene tutta la tristezza dell'umanita..sono fantastici sia l'inizio che la fine del libro. un vero capolavoro. :)

    RispondiElimina
  6. Questo è l'unico libro che ho riletto e credo lo rileggerò ancora. Ogni volta vi si trova qualcosa di nuovo.

    RispondiElimina