10 giugno 2009

Il dio delle piccole cose, Arundhati Roy


Una difficile storia di ordinaria intolleranza nell’India di fine anni Sessanta, vista attraverso gli occhi di due bambini.
Lo stile della narrazione, ingenuo, infantile e dotato di quella creatività che l’età solitamente cancella, non può non colpire e toccarvi nel profondo.

Ci sono molti modi di vedere le cose, c’è il modo dei grandi, fatto di regole che spesso loro stessi non sanno giustificare, e il modo dei piccoli, fatto di domande destinate a non trovare risposta.

Questo libro seduce fin dalle prime righe:

Maggio ad Ayemenem è un mese caldo, meditabondo. Le giornate sono lunghe e umide. Il fiume si ritira e corvi neri si rimpinzano di manghi lucidi sugli alberi verdepolvere, immobili. Maturano le banane rosse. Si spaccano i frutti dell’albero del pane. Mosconi viziosi ronzano vacui nell’aria fruttata. Poi si schiantano contro i vetri delle finestre e muoiono, goffamente inermi sotto il sole.”


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